25 dicembre e Sol Invictus: uno sguardo alle fonti





Particolare della Natività di Gesù, Giotto, Cappella degli Scrovegni a Padova



Si avvicina Natale, e come ogni anno fioccano articoli sulle origini pagane di questa festa.
Si afferma che i cristiani abbiano fissato la data del Natale al 25 dicembre per soppiantare la vecchia festa del Sol Invictus.
Ciò che davvero non si spiega è perché la cosa a volte venga presentata con tono polemico: la Chiesa in realtà ha sempre insegnato che la data scelta è puramente simbolica, e non ha mai nascosto (e perché avrebbe dovuto?) la pratica di cristianizzare elementi culturali pagani per accogliere e guidare più dolcemente i neoconvertiti verso la loro nuova vita.
Va detto, oltretutto, che se i giorni attorno al 25 dicembre sono veramente di particolare interesse astronomico è ovvio che si prestino facilmente ad interpretazioni allegoriche in ambito religioso (ci riferiamo al fatto che il 20 o il 21 dicembre, a seconda dell’anno, cade il solstizio d’inverno, momento dell’anno in cui il Sole appare in assoluto nella sua posizione più bassa: da quel momento in poi il Sole sembra restare fisso per un po’ nel suo minimo storico per poi riprendere sensibilmente a salire circa quattro giorni dopo e in base a ciò è naturale che il 25 dicembre possa avere una particolare importanza in varie culture, essendo interpretabile come giorno della rinascita del Sole, della vittoria della luce sulle tenebre e così via). La Chiesa potrebbe aver fatto la sua scelta sulla scorta di speculazioni di questo tipo, non per soppiantare scientemente celebrazioni pagane precedenti.
Teniamo presente che la natività di Giovanni Battista è celebrata il 24 giugno, pochi giorni dopo il solstizio d’estate, il momento in cui il Sole si trova nel suo punto più alto e a partire dal quale può solo scendere fino al solstizio d’inverno.
Secondo Sant’Agostino di Ippona la scelta di tali date, che cadono più o meno nei periodi dei due solstizi, avrebbe reso simbolicamente quanto Giovanni Battista aveva detto a proposito di se stesso e di Gesù nel Vangelo di Giovanni:

Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 30)

La convergenza sul 25 dicembre che c’è stata tra Natale cristiano e culto del Sol Invictus potrebbe essere dunque legata ad una base comune piuttosto che al plagio di una parte ai danni di un’altra. Quello che si può fare, a rigore, è solo stabilire quale delle due adozioni della data abbia il primato cronologico.
Usualmente si ritiene che la festa del Sol Invictus sia stata istituita prima che si fissasse il Natale di Cristo al 25 dicembre.
Ora, mentre nei primi secoli si ritrovano, in aree diverse, tradizioni che fanno nascere Gesù in differenti giorni dell’anno, è certo che la tradizione del 25 dicembre, impostasi presto in Occidente, nasce in qualche momento a Roma, e la prima attestazione certa risale almeno al 354.
Per quell’anno, infatti, viene redatto un calendario illustrato, il Cronografo Romano, che contiene una lista dei vescovi di Roma che si sono succeduti dal 255 al 352: ogni vescovo è associato a un giorno del calendario in cui se ne commemorava la morte, ma a capo della lista viene posto il 25 dicembre, con l’indicazione “natus Christus in Betleem Judeae”.
D’altro canto l’istituzione della festa del Sol Invictus viene usualmente attribuita all’Imperatore Aureliano, anno 272.

Il primato cronologico della celebrazione pagana sembrerebbe dunque certo, ma le cose non sono così semplici.

Intanto l’indicazione del Cronografo Romano potrebbe riguardare una tradizione ad esso precedente.
In effetti, sebbene la tesi non sia provata oltre ogni ragionevole dubbio, Bernard Botte ha dimostrato quanto sia probabile che la tradizione del 25 dicembre risalga almeno al 336.
La lista dei vescovi di Roma ha la particolarità di non elencare i vescovi in ordine cronologico ma nell’ordine della sequenza dei giorni delle loro morti sul calendario (dal 26 dicembre della morte di Dionisio al 7 dicembre della morte di Eutichiano), con l’eccezione degli ultimi due papi, i quali sembrano aggiunti alla fine, successivamente alla compilazione della lista contenente i primi dieci.
Siccome gli ultimi due papi della lista sono anche i più recenti, Marco morto il 7 ottobre del 336 e Giulio morto il 2 aprile del 352, Botte ha giustamente sostenuto che la lista contenente gli altri papi, ai quali questi due sembrano aggiunti, dev’essere probabilmente precedente al 336, anno di morte di Marco.
Ne consegue che nel 336 probabilmente esisteva già un calendario liturgico che si apriva il 25 dicembre, considerato il giorno del Natale di Cristo.

 Tutto ciò non consente di stabilire quando sia nata l’usanza di celebrare il Natale il 25 dicembre, ma suggerisce che tale tradizione sia precedente, chissà di quanto, al 352.
Il 336 è una data limite che non permette di dimostrare la precedenza del Natale cristiano sulla festa del Sol Invictus, se è vero che quest’ultima è stata istituita già nel 272.
Tuttavia una testimonianza proveniente da Ippolito di Roma sembrerebbe retrodatare il Natale cristiano a ben prima.
L’autore, nel suo Commentario su Daniele (sicuramente precedente al 272, visto che l’autore è morto nel 235), apparentemente fissa la celebrazione della nascita di Gesù al 25 dicembre, in molti però ritengono il passo un’interpolazione successiva alla stesura originaria del testo, e quindi la questione resta per lo meno aperta.

Il punto è un altro: nel 272 Aureliano davvero fissa la celebrazione del Sol Invictus al 25 dicembre?
Non risulta, le fonti ci dicono solo che Aureliano, in tale anno, porta il culto del Sol Invictus a Roma e vi dedica un tempio.
In nessun caso è menzionato un giorno preciso, tantomeno il 25 dicembre, e delle celebrazioni che Aureliano aveva previsto in onore del Sol Invictus si tenevano in realtà ad Ottobre.
In effetti il documento che per primo associa il 25 dicembre al Sol Invictus è… il Cronografo Romano! Proprio la stessa fonte che attesta il primo Natale cristiano nello stesso giorno.

 Stando così le cose, si è costretti ad ammettere che i due eventi sono attestati contemporaneamente, con il Natale cristiano che appare addirittura in vantaggio per le osservazioni fatte da Botte e per la possibilità di includere anche la testimonianza di Ippolito di Roma.
Non è mancato chi ha ipotizzato addirittura che sia stata la cultura pagana a tentare si soffiare la festa ai cristiani, secondo questa tesi il Sol Invictus da un certo momento in poi sarebbe stato festeggiato il 25 dicembre in reazione al Natale cristiano.

A questo punto verrebbe da chiedersi se i Vangeli non possano offrire qualche piccolo indizio utile a riconoscere il periodo dell’anno in cui Gesù dovrebbe essere nato, ma ci è sempre stato detto che non esiste alcuna indicazione di questo tipo.
Al massimo qualcuno ha sfruttato la menzione dei pastori a guardia delle greggi nel racconto della natività per confutare la tesi di un Gesù nato in inverno, ma questa tesi in realtà non regge perché le condizioni ambientali del luogo e dell’epoca permettevano il pascolo anche in quel periodo dell’anno.
E comunque, a rigore, il testo non parla di pascoli ma solo di pecore sorvegliate dai pastori.

 Eppure a guardare bene qualche informazione utile c’è, a patto di incrociarla con dati provenienti da altrove.
Il Vangelo di Luca inizia col racconto del concepimento miracoloso di Giovanni Battista: il sacerdote Zaccaria, mentre prestava servizio al tempio con gli altri sacerdoti della sua classe, la classe di Abìa, ebbe una visione in cui gli venne profetizzata la nascita di un figlio, nonostante sia lui che la moglie fossero entrambi troppo avanti con l’età, e alla fine del suo turno di servizio effettivamente la moglie rimase incinta di quello che sarebbe poi diventato il Battista. Il Vangelo di Luca poi passa a raccontare la natività di Cristo, a partire dall’annuncio dell’Angelo a Maria:

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». 
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».”

Veniamo dunque a sapere che Gesù è stato concepito sei mesi dopo Giovanni Battista, dunque sei mesi dopo che Zaccaria aveva terminato di prestare servizio al tempio, ma il Vangelo non ci permette di andare oltre.
Una svolta può venire forse dai papiri di Qumran, scoperti poco più di sessant’anni fa.
Secondo alcuni (Annie Jaubert e Shemarjahu Talmon) questi testi permettono di ricostruire i turni delle varie classi sacerdotali e di datare con maggior precisione alcuni eventi della storia ebraica.
In particolare, sarebbe possibile stabilire che una delle due volte in cui Zaccaria era di turno corrispondesse ad una settimana nell’ultima decade di settembre, tra l’altro in concordanza con l’antica tradizione bizantina che fissa l’annuncio dell’Angelo a Zaccaria il 23 settembre.
Il concepimento di Giovanni Battista, stando al Vangelo, è avvenuto pochi giorni dopo, e quindi pure la tradizione di celebrare la nascita di Giovanni il 24 giugno sembra possa essere storicamente fondata.
Per quanto riguarda Gesù, essendo stato concepito sei mesi dopo il Battista, sarà nato anche sei mesi dopo, e quindi nella seconda metà di dicembre, ad esempio il 25.

In conclusione, nulla si può dire con certezza riguardo all’origine del Natale cristiano, salvo che la sua provenienza pagana, sempre comunque possibile, oltre a non destare alcun imbarazzo non è nemmeno sufficientemente dimostrata.
Anzi, c’è molto più spazio per speculazioni di segno opposto.




Alcuni riferimenti:

Bernard Botte, “Les origenes de la Noël et de l'Epiphanie. Étude historique”, Textes et études liturgiques 1932

Steven Hijmans, “Sol Invictus, the Winter Solstice, and the Origins of Christmas", Mouseion, Number 47/3 (2003)

Shemarjahu Talmon, The Calendar Reckoning of the Sect from the Judean Desert. Aspects of the Dead Sea Scrolls”,  Scripta Hierosolymitana, vol. IV 1958

Annie Jaubert, “Le calendrier des Jubilés et de la secte de Qumran. Ses origines bibliques, Vetus Testamentum", Suppl.
3 1953



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Commenti

  1. AISHA WAS SIXTEEN
    YOUR MOTHER WAS NINE

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  2. Hai sbagliato articolo sotto cui commentare, ciò che dici fa evidentemente riferimento a quest'altro articolo:

    http://storiadelleidee.blogspot.com/2020/08/maometto-sposa-bambina-aisha.html

    Comunque non abbiamo insultato proprio nessuno, abbiamo solo raccolto le fonti islamiche e valutato la loro attendibilità. La ricostruzione dei fatti che alla fine abbiamo considerato più ragionevole è esattamente quella difesa tradizionalmente dal mondo musulmano, in pratica stai dicendo che la quasi totalità dei musulmani insulta Maometto, ti rendi conto?

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  3. Abbiamo spiegato abbondantemente perché non riteniamo verosimile la versione dei fatti, recente e minoritaria anche nel mondo islamico, che vuole Aisha sedicenne al momento della consumazione delle nozze. Se non capisci bene l'italiano non commentare.

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