Halloween: la fede, le usanze e i luoghi comuni

Vecchia cartolina di Halloween

Halloween, la festa di streghe e fantasmi, radicata nel capodanno celtico e veicolante messaggi inconciliabili col cristianesimo, se non addirittura satanici. Ma le cose stanno proprio così?
Tanto per cominciare non sappiamo veramente molto di Samhain, la festività dei celti di Irlanda che viene oggi ricordata come capodanno celtico (e già questa interpretazione è discutibile, la propose per primo Sir John Rhys, ma senza fornire prove al riguardo). Sul nome stesso esistono più ipotesi, e quella secondo la quale il nome indicherebbe la fine dell’estate è credibile ma non unica. Trattandosi di una ricorrenza tipica di una tradizione puramente orale, la conosciamo soltanto attraverso i racconti delle altre culture che conoscevano la scrittura, e queste purtroppo ci hanno tramandato troppo poco. Comunque sembra accertato che effettivamente si celebrasse dalla sera del 31 ottobre fino a tutta la giornata del primo novembre. Si è detto spesso che si trattasse di una festa del raccolto, ma è solo un’ipotesi. Anche il legame col mondo dei morti è solo una teoria, avanzata per la prima volta da James Frazer. Ora, l’opera di Frazer è sicuramente obsoleta e dalla prospettiva odierna possiamo dire che il suo lavoro è spesso  viziato da certe aspettative tipiche della sua epoca.  Frazer in fondo è anche quello che ha popolarizzato l’idea, oggi inaccettabile, delle radici del cristianesimo in un antico culto della fertilità. L’autore sembra particolarmente propenso a cercare di espropriare elementi al cristianesimo per consegnarli al paganesimo. L’idea che molti si fanno è che Halloween, ossia la vigilia di Ognissanti, debba essere ricondotto a Samhain perché le due feste hanno noti elementi in comune, in realtà Frazer ipotizza una comunela di elementi sulla base della sola coincidenza del giorno di celebrazione. Questa via si rivela però illogica, in quanto la festa cristiana di Ognissanti  in Irlanda si è celebrata per secoli ad aprile, per essere poi spostata a novembre solo nel IX secolo, quando oramai l’Irlanda era  già completamente cristianizzata da tantissimo tempo. Per la precisione  fu papa Gregorio IV nel IX secolo a fissare il Giorno di Ognissanti al primo novembre, mentre il 2 novembre si impose come giorno da dedicare alla preghiera per le anime dei morti a cavallo tra X e XI secolo, a partire da un’iniziativa di Oddone di Cluny. È perciò difficile credere che tali festività andassero a soppiantare precedenti celebrazioni pagane. La storia della festa di Ognissanti sembra dunque completamente slegata da certe esigenze. A partire dalla fine del IV secolo la Chiesa aveva preso ad onorare i martiri caduti durante le persecuzioni dei primi secoli. Sul mediterraneo tale celebrazione cadeva a maggio, mentre in area germanica la data prescelta, almeno a partire dall’800, era quella del primo novembre.  Poi Gregorio IV nell’835 uniformò le diverse tradizioni ufficializzando per tutti la data del primo novembre e dedicandola al culto di tutti i santi. A spuntarla fu dunque una tradizione germanica, non celtica, e soprattutto sappiamo bene che prima dell’intervento di Gregorio IV in Irlanda la festa di Ognissanti era celebrata in un altro periodo dell’anno ancora, per la precisione il 20 aprile.
Stando così le cose, Ognissanti e la commemorazione dei defunti devono essere considerate feste totalmente cattoliche. Potrebbero aver conservato elementi di vecchie tradizioni pagane, non sarebbe una cosa anomala, né imbarazzante, visto che l’inculturazione è una caratteristica tipica e per nulla celata del cristianesimo, ma non c’è alcuna prova di ciò.
Che i festeggiamenti del primo novembre iniziassero già la sera prima non deve sorprendere, nel Medioevo cristiano le vigilie delle grandi celebrazioni erano usualmente occasione di festa, del resto ancora oggi sopravvivono il martedì grasso, vigilia del mercoledì delle ceneri, e la vigilia di Natale. Ma l’iconografia e le usanze che contraddistinguono l’attuale Halloween da dove derivano?
Bene, al netto di racconti eziologici interessanti ma posteriori, l’usanza di porre dei lumini all’interno delle zucche intagliate era già presente, in una forma leggermente differente, nell’Irlanda del IX secolo: all’epoca erano le rape che venivano intagliate e illuminate, con lo scopo di illuminare simbolicamente le anime del purgatorio.
Una lanterna di Halloween ricavata da una rapa anziché da una zucca



Il pittore irlandese Daniel Maclise immortalò i festeggiamenti notturni di Halloween tipici della sua terra

Ma c’è un altro fenomeno su cui è bene soffermarci. Un motivo iconografico ricorrente del Medioevo europeo è quello della danza macabra, e si dà il caso che nel XIV secolo si fosse diffusa in Francia l’usanza di inscenarne una in costume ogni 2 novembre: uomini mascherati  da membri delle varie classi sociali venivano condotti ad una tomba da un uomo mascherato da morte o da diavolo.
Quando immigrati cattolici provenienti dall’Irlanda e dalla Francia portarono le loro usanze negli Stati Uniti, l’usanza delle rape intagliate, sostituite dalle più capienti zucche in mancanza di rape di dimensioni degne, incontratasi con le macabre sfilate in maschera, diedero vita alla forma embrionale dell’Halloween che conosciamo. A queste usanze poco dopo si aggiunse il tradizionale “dolcetto o scherzetto”, importato dagli inglesi che usavano questo ricatto scherzoso in occasione del giorno di Guy Fawkes. Va detto che però piccole questue erano comuni in occasione di questo tipo di feste, ad esempio Shakespeare ci documenta un’usanza di questo tipo quando nei “Due gentiluomini di Verona” Valentino è presentato come uno che ha imparato a parlare “come un mendicante ad Ognissanti”.

Le origini cattoliche di queste feste furono occultate dall’ostilità che i protestanti avevano nei confronti degli odiati papisti. Già nel XVII secolo i puritani erano riusciti a sopprimere la festa di Ognissanti, nonché il Natale (c’erano dei precedenti nel vecchio continente: la corona inglese proibì i festeggiamenti di Ognissanti dopo la rottura con Roma). 

“Le anime del purgatorio si consolano con le offerte”, miniatura tratta dal ‘Libro d’Ore di Cathèrine de Clèves’ (1440 circa)



Particolare di un affresco nella cappella di Notre Dame de Benva, Lorgues (Francia): Un angelo allevia il patimento delle anime del purgatorio

Nonostante ciò i cattolici continuarono a perseverare nei loro festeggiamenti e nel XIX secolo oramai Halloween era una festa popolare e i protestanti più agguerriti, che non tolleravano questo successo della cultura cattolica, nonché il nesso con la dottrina del purgatorio e col culto dei santi considerati una paganizzazione del cristianesimo, misero in giro la voce che Halloween discendesse da antiche feste pagane. Questo pregiudizio informò tutta un’epoca, da qui le premesse da cui partirono studiosi come Frazer che stabilirono la connessione tra Halloween e Samhain. Quando poi qualcuno arrivò a speculare su presunte pratiche di sacrificio umano in occasione dell’antica festa celtica, i polemisti protestanti ebbero nuove fonti di ispirazione per calunniare la festa cattolica: si iniziò a dire che nella notte di Halloween si celebrassero sabba di streghe, riti satanici, ecc. Tra i più curiosi campioni di questa propaganda così bellicosa il fumettista protestante Jack T. Chick, celebre per i suoi fumetti velenosamente anticattolici.


VIgnette di Jack T. Chick: dietro Halloween c'è il diavolo

              Vignette di Jack T. Chick: Halloween come festa pagana




Vignette di Jack T. Chick: Satana ama Halloween


La cosa più incredibile è che queste calunnie basate sul nulla di recente si sono trasformate parzialmente in realtà effettive: a furia di sentir parlare di Halloween come della festa delle streghe o del capodanno del diavolo, molti adepti di movimenti neopagani come la Wicca e satanisti di vario tipo si sono convinti seriamente che tale giorno fosse particolarmente propizio, e così hanno iniziato a celebrarvi i loro riti.
Per finire è buona cosa evidenziare che la storia raccontata qui illustra le origini dell’Halloween americano, quello che prende forma da tradizioni irlandesi, francesi e inglesi e poi torna in Europa a causa della grande influenza culturale degli Stati Uniti d’America, ma tradizioni analoghe a quelle qui trattate erano praticate nei giorni dedicati ai santi e ai morti anche in altre parti d’Europa, e in alcune località italiane sopravvivono ancora oggi. La tradizione del “Coccalu di muortu” di Serra San Bruno (Calabria) vede i ragazzini del paese girare per le vie con una zucca intagliata ad imitare un teschio (il “Cuccalu di muortu”, appunto) e bussare alle porte delle case chiedendo un piccolo obolo. A Orsara di Puglia nella notte tra il primo e il 2 novembre si accendono dei falò per illuminare la strada ai defunti che per l’occasione tornerebbero a far visita ai vivi, nel primo giorno di questa celebrazione si tiene la tradizionale gara delle zucche decorate, le “cocce priatorje” (teste del purgatorio). Anche in Friuli e Veneto era usanza di intagliare zucche a forma di teschio e si credeva che nella notte dei morti gli spiriti potessero irretire i bambini, in Friuli poi ritroviamo perfino un’usanza affine a quella del Trick-or-treat di Halloween, ma associata alle feste natalizie o carnevalesche: i bambini si travestivano da mostri e, recitando filastrocche, chiedevano dolci in cambio dell’accesso al Paradiso. Anche in Sardegna è diffusa con molti nomi diversi a seconda dell’areale (“Is animeddas”, “Is panixeddas”, “Su prugadoriu”, “su mortu mortu”, “Sas animas”, “Su peti cocone), un’antica tradizione in cui i bambini chiedono doni in nome delle anime del Purgatorio.




Su Prugadoriu a Seui


Cocce priatorje ad Orsara


Una selezione di costumi di Halloween dal passato:










BIBLIOGRAFIA:


Il ramo d’oro”, James Frazer, Bollati Boringhieri 2012
 "All Saints' DayLanggärtner, Georg, In Encyclopedia of Christianity, Erwin Fahlbusch and 
Geoffrey William Bromiley, 41. Vol. 1. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans

 "Credenze e superstizioni popolari" Calvia, G. Forni, Bologna, 1893.


 "
The Hour of Our Death" Ariès, Philippe, Tr. Helen Weaver. 1981; New York: Barnes, 2000.


"I due gentiluomini di Verona" , William Shakespeare, Garzanti 2009


 "Il ponte di San Giacomo", Luigi M. Lombardi Satriani e Mariano Meligrana, Sellerio editore 1996

 "The Stations of the Sun: A History of the Ritual Year in Britain"  Hutton, Ronald, Oxford UP, 1996.
"Ghosts in the Middle Ages: The Living and the Dead in Medieval Society"  Schmitt, Jean-Claude,Tr. Teresa Lavender Fagan. U of Chicago P, 1998.
"La nascita del purgatorio" Jacques Le Goff, Einaudi, 2014



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