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Veduta di Ostia antica da pallone aerostatico, 1911 |
Dopo il nostro ultimo
articolo sul mitraismo abbiamo avuto voglia di visitare il sito di
Ostia antica, particolarmente ricco di mitrei.
Ostia nasce nel IV secolo a.C. sul fiume Tevere e diviene nel tempo un importante centro portuale romano. Col passare del tempo diversi fattori ne causano una lenta decadenza: prima si tramuta in semplice centro residenziale, poi si spopola pesantemente tra il V e il VI secolo d.C. e infine viene definitivamente abbandonata nel IX secolo, quando gli abitanti di rifugiano nel nuovo borgo fortificato di Gregoriopoli creato apposta da papa Gregorio IV per proteggere la popolazione dagli attacchi dei saraceni.
Già a partire dal III secolo fu oggetto di spoliazione di marmi allo scopo di realizzare nuovi edifici altrove, prassi che divenne poi comune e diffusa, come unica possibilità, nei periodi economicamente e politicamente più difficili dell'Italia. Lo stesso borgo fortificato necessario alla difesa degli ostiensi fu reso possibile grazie a materiali provenienti dalla vecchia città, e per restaurarlo in seguito ai danni inflittigli da Laidslao I di Napoli furono necessari ulteriori apporti dal sito. Ma anche diversi invasori nel corso del tempo sottrassero qualcosa dalla città abbandonata.
Storia degli scavi
I primi scavi volti a reperire manufatti antichi piuttosto che semplice materiale da riutilizzare risalgono probabilmente al XVIII secolo. Fu però un'attività molto anarchica, volta prevalentemente al commercio (diverse opere d'arte finirono all'estero in collezioni inglesi, francesi, ecc), e fu così che agli inizi del secolo successivo papa Pio VII proibì questi scavi privati e ne indisse di pubblici. In questo modo sottrasse questi beni storici e artisti dalle grinfie di gente che, usando le stesse parole del papa, "
per lo più altro non aveva in cuore che di rinvenire cose di valore per farne commercio, senza verun utile per l’antichità, per l’erudizione e per la storia". Nuovo impulso alle ricerche archeologiche furono poi dati da papa Pio IX, che ne affidò la direzione a Pietro Ercole Visconti, il quale scrisse:
"la Santità di nostro Signore in mezzo alle tante e si gravi cure della Chiesa e dello Stato, avendo l’animo inteso a promuovere i vantaggi delle antichità e delle arti, dopo aver dato tanti luminosi esempi del suo sovrano favore verso di esse, ha di recente ordinato che siano riaperti e continuati gli scavi di Ostia, stati già fruttuosi e si celebri nel Pontificato del suo predecessore Pio VII"
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Pianta degli scavi effettuati sotto Pio VII, realizzata da Pietro Holl nel 1804 |
Pio IX seguì gli scavi con molto interesse, al punto che visitò personalmente il sito più volte.
Fu lui a disporre che le rovine venissero lasciate visibili nei limiti del possibile, trasferendo solo statue ed altri elementi dalla situazione più delicata nel Museo Lateranense. Col proseguire degli scavi si reputò opportuno in seguito inaugurare un museo in loco.
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Visita di Pio IX agli scavi |
Alla fine dell'Ottocento naturalmente la direzione degli scavi passò al governo italiano: si portarono alla luce nuove aree ma sotto il regime fascista i lavori proseguirono con troppa fretta per esigenze di propaganda e si perse molta documentazione relativa agli strati successivi al II secolo d.C., per non parlare dei restauri effettuati in modo approssimativo. Dopo una breve pausa durata fino agli anni '50, gli scavi ripresero e proseguirono fino ad oggi, con l'ingresso di università straniere nei progetti di ricerca.
Il campo della Magna Mater
La nostra visita, mirata soprattutto alla ricerca dei vari mitrei, molti dei quali non riportati nelle mappe fornite ai turisti e di difficile localizzazione, ci ha permesso di apprezzare i resti di tanti altri edifici. In effetti l’antica città è ricca soprattutto di luoghi di culto di ogni tipo, dai templi dedicati alle antiche divinità romane a quelli riservati ai culti di origine orientale. Avendo tempo e voglia di esplorare si potranno trovare il serapeo, il tempio di Attis, la basilica cristiana e la sinagoga.
Ad esempio all’estrema periferia sud del sito, alla fine del cardo massimo, si trova il campo della Magna Mater, così chiamato per la presenza di diversi luoghi di culto legati alla dea Cibele, conosciuta anche come Grande Madre. Oltre ad un tempio dedicato espressamente alla dea, è ancora visibile un tempio dedicato ad Attis, l’amato della dea.
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Tempio di Cibele |
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Tempio di Cibele |
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Tempio di Attis |
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Attis disteso, evirato come vuole il mito |
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Le statue di Pan ai lati del tempio di Attis |
Il mitreo degli animali
Ma il sito che più ci interessava all'interno del campo era chiaramente il mitreo degli animali, così chiamato per il tema dei mosaici pavimentali. Purtroppo questi, a causa delle intemperie e della crescita della vegetazione, versano in pessime condizioni. Il livello del degrado si apprezza pienamente confrontando i nostri rilievi fotografici con la documentazione prodotta da altri negli anni passati e facilmente reperibile sul web.
In epoche remote gli uomini hanno messo le loro mani sul sito perché non potevano aver sviluppato un'adeguata coscienza archeologica, sia per la maggior vicinanza temporale ai monumenti che per le oggettive limitazioni tecniche ed economiche che avrebbero reso sicuramente più difficili operazioni di scavo, conservazione e restauro, e in molti casi l'esigenza di costruire nuove strutture a dispetto della crisi economica e della penuria di materiali non poteva che condurre inevitabilmente a servirsi dalle vecchie rovine, oramai dismesse da tempo e divorate dalla vegetazione.
Oggi alcuni mosaici di Ostia sono protetti dalle intemperie con dei teli che li occultano in alcuni periodi dell'anno, ma altri mosaici riposano smembrati e poggiati ad una parete nelle aree più lontane dagli itinerari turistici, e siti come il mitreo degli animali sbiadiscono senza sosta. Almeno un tempo la spoliazione di marmi serviva a costruire qualche altra cosa, a volte edifici di grande pregio artistico e destinati a conservarsi a loro volta come testimonianza storica, la rovina di questi mosaici non sembra invece possa essere compensata in qualche modo.
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Mosaici delle terme di Nettuno coperti per proteggerli dalle intemperie |
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Pianta del mitreo degli animali |
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Figura antropomorfa che tiene nelle mani una pala da fuoco, simbolo del grado iniziatico del leone, e una falce, simbolo del grado iniziatico del persiano, come appariva un tempo e come si è presentata invece ai nostri occhi |
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Il corvo, simbolo dell'omonimo grado iniziatico, e il gallo, associato al sole nascente. Com'erano un tempo e come li abbiamo trovati noi |
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Lo scorpione, uno degli animali protagonisti della tauroctonia, ieri ed oggi |
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Il serpente, altro animale protagonista della tauroctonia, com'era e com'è |
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Il toro, la grande vittima sacrificale, come appariva e come appare |
Le terme del MitraI mitrei di Ostia antica hanno una particolarità rispetto a quelli che solitamente si trovano in altri luoghi: a causa dell’eccessiva friabilità del terreno non sono sotterranei ma al livello delle strade come tutti gli altri edifici, tranne quello che sorge al di sotto delle terme di Mitra, l’unico mitreo ipogeo di tutta Ostia antica. Sfortunatamente questa sua unicità lo rende anche particolarmente soggetto ad allagamenti in caso di pioggia, e quindi non è sempre possibile visitarlo.
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Statua di Mitra ritrovata nel mitreo sotterraneo. Quella visibile in loco è una riproduzione, l'originale è conservato nel museo del sito |
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La statua vista da vicino: curiosamente Mitra non ha il capo rivolto all'indietro come nell'iconografia più diffusa |
Il mitreo delle sette porte
Il mitreo delle sette porte prende il nome dal mosaico che rappresenta, appunto, sette porte, simbolo dei sette gradi iniziatici di questo culto: Corvo, Ninfo, Soldato, Leone, Persiano, Corriere del Sole e Padre.
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L'interno del mitreo delle sette porte, con in primo piano il mosaico da cui prende il nome |
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Pianta del mitreo delle sette porte |
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Il mosaico delle sette porte in dettaglio: le prime tre rappresentano i gradi di iniziazione più bassi e le ultime tre i più alti prima del settimo, il quale è rappresentato dal canto suo dalla grande porta centrale |
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Su un lato è visibile il dio Marte, che presiede al grado di soldato. Accanto ad esso un piedistallo su cui poggiano i piedi di uno dei due dadofori, Cautes e Cautopates |
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A sinistra la dea Venere che presiede al grado di Ninfo, accanto il piedistallo su cui doveva poggiare Cautes o Cautopates |
Il mitreo del palazzo imperiale
Tra i mitrei coperti dalle erbacce vi è il mitreo del palazzo imperiale, ad oggi molto difficile da identificare come tale, ammesso che si riesca a raggiungerlo, essendo un luogo molto periferico e non segnato sulle mappe fornite ai turisti all’ingresso. Un'iscrizione nei mosaici pavimentali ci ha permesso di sapere che il luogo di culto è stato dedicato a Mitra Sole Invitto da un certo Agrius Calendio, ma attualmente i mosaici non sono visibili perché interamente ricoperti dalla vegetazione. In compenso, è ancora visibile l'altare del mitreo.
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Altare del mitreo del palazzo imperiale, l'epigrafe ci informa che la realizzazione si deve a tale C. Caelius Hermeros |
Il mitreo della planta pedis
Il mitreo della planta pedis prende il nome da un’orma umana raffigurata nel mosaico. Un altro disegno notevole è quello raffigurante un serpente, ma il piatto forte del sito dovrebbe essere la classica tauroctonia posta sul fondo del corridoio del mitreo. Il problema è che di questa rimangono solo le estremità laterali, essendo scomparsa la tipica scena centrale in cui Mitra uccide il toro accompagnato dai soliti animali. Nei due pezzi residui sono però ancora apprezzabili il Sole e la Luna che nell’iconografia mitraica assistono spesso al sacrificio del toro.
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Museo della planta pedis, con l'impronta del piede in primo piano |
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La planimetria del mitreo |
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Il Sole e la Luna, tutto ciò che resta della tauroctonia del mitreo della planta pedis |
Il mitreo delle sette sfere
Il fiore all'occhiello del sito, almeno in campo mitraico, forse è il mitreo delle sette sfere, che col suo ottimo stato di conservazione permette di osservare tutti gli elementi più tipici di un mitreo. L'ingresso non è in linea col corridoio centrale ma spostato verso destra, in modo che i curiosi dall'esterno non potessero agevolmente sbirciare all'interno dei luoghi sacri, ai lati del corridoio si trovano poi i classici banconi con decorazioni a mosaico. Il mitreo prende il nome dai sette semicerchi che sono riprodotti lungo il corridoio centrale sulla pavimentazione, ognuno rappresentativo di un grado iniziatico (e difatti accanto ad ognuno, su uno dei banconi laterali, troviamo sempre rappresentata la divinità che presiede a quello specifico grado iniziatico). Le prime figure che incontriamo sono però Cautes e Cautopates, posti ai lati dell'inizio del corridoio, come mosaici sui banconi laterali. I due si distinguono per il verso della fiaccola che tengono in mano, ma Cautes in questo caso, oltre ad avere la classica fiaccola rivolta verso l'alto, tiene in mano anche un gallo, animale associato al sole, e quindi anche alla luce e alla conoscenza, per via della sua abitudine di salutare col suo canto l'astro nascente ad inizio giornata. Con una simbologia analoga ritroviamo questo uccello anche altrove, ad esempio nell'arte cristiana, mentre in Egitto gli stessi significati li assumeva il babbuino, che come il gallo si agita al sorgere del sole.
In fondo al corridoio del mitreo troviamo l'immancabile tauroctonia, con Mitra che uccide il toro rivolto nella direzione opposta e il cane, il serpente e lo scorpione a completare la scena.
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Il mitreo delle sette sfere è anche noto come mitreo dei sette cieli, in quanto si ritiene che i sette semicerchi rappresentati sul pavimento del mitreo non rappresentino solo i sette gradi iniziatici ma anche i sette cieli che l'anima dell'iniziato può trascendere |
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Pianta del mitreo delle sette sfere |
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L'interno del mitreo delle sette sfere, in basso i semicerchi che hanno ispirato il nome del luogo e in fondo la classica tauroctonia |
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Alla base dei banconi ci sono delle figure, qui è ben presente Cautes con un gallo in mano, ma all'inizio del corridoio si intravede anche Marte |
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Dalla parte opposta rispetto a Marte troviamo raffigurata la Luna |
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Cautes da vicino |
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La tauroctonia da vicino |
Mitreo di Felicissimo
A contendere la palma di mitreo più interessante a quello delle sette sfere c'è il mitreo di Felicissimo, che prende il nome della persona, nota attraverso iscrizione nei mosaici, che ne ha finanziato la costruzione. Anche in questo caso lungo il corridoio si succedono simboli legati ai vari gradi di iniziazione e al dio/pianeta ad essi dedicato:
I) Corvo, coppa e caduceo, riferimenti al grado di corvo e a Mercurio
II) Diadema, luna e lampada, riferimenti al grado di ninfo e a Venere
III) Borsa, elmo e lancia, riferimenti al grado di soldato e a Marte
IV) Saetta, sistro e pala da fuoco, riferimenti al grado di leone e a Giove
V) Spada, falce e luna, riferimenti al grado di persiano e alla Luna
VI) Corona solare, torcia e frusta, riferimenti al grado di corriere del sole e al Sole
VII) Patera, asta, berretto frigio, falcetto, riferimenti al grado di padre e a Saturno
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Il corridoio del mitreo di Felicissimo |
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Planimetria del mitreo di Felicissimo |
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Il nome del fedele che ha finanziato la costruzione del mitreo |
In definitiva consigliamo a tutti una visita al sito archeologico di Ostia antica. I luoghi qui trattati sono solo una minima parte di ciò che potrete trovarvi. Quelli trattati non sono gli unici mitrei presenti in loco, per una lista completa vi rimandiamo dunque al link in sitografia.
SITOGRAFIA
Documentazione sui mitrei di Ostia: https://www.ostia-antica.org/dict/topics/mithraea/mithraea.htm
BIBLIOGRAFIA
"Roma, una città, un impero", Anno I-Numero 2 - Marzo 2010, rivista mensile online
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA:
Parzialmente prodotta da Storia Delle Idee sul posto, altrimenti vedere link in sitografia
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